Oggi parliamo del cambio destinazione d’uso senza opere edili, operazione che rappresenta una mutazione importante che necessita di essere analizzata con estrema cura. Ecco tutto quello che devi sapere in merito a tale procedura.
Indice della guida
Cambio destinazione d’uso – Cos’è?
Quando si parla di cambio destinazione d’uso da abitazione a ufficio si intende la modifica dello scopo dell’utilizzo di un edificio. Esistono sette categorie differenti di destinazione, ognuna delle quali differenti: la mutazione serve effettivamente per identificare quale sia lo scopo di quell’edificio rendendo effettivo il cambio destinazione d’uso immobile. Questo è presente nel D.P.R. 06/06/2001, n. 380 che regola appunto tale concetto.
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Variazione categoria catastale
Le categorie di cambio di destinazione sono, come già accennato, sette: la prima è quella residenziale e vi rientrano le abitazioni vere e proprie.
Il commercio al dettaglio indica, invece, i negozi quindi di variazione destinazione d’uso commerciale. La categoria turistico ricettiva racchiude gli alberghi e strutture simili.
Vi è poi la categoria delle industrie artigianali, i depositi e infine quelle agricole e le banche, che rappresentano altre tipologie di cambio destinazione d’uso.
Queste sono disciplinate dalla L. L. 21/06/2017, n. 96 che ha modificato la precedente normativa.
quali destinazioni d’uso possono essere variati?
La legislazione definisce 7 categorie. La tua proprietà rientrerà sicuramente in uno di questi! Non essere confuso con ciò che leggi sulla documentazione catastale, le categorie catastali sono diverse sebbene correlate.
- residenziale: abitazioni di qualsiasi tipo e natura. Ciò include quelli usati promiscuamente (casa – studio professionale o casa – proprietario) quando l’area principale dell’unità è utilizzata per uso residenziale;
- industriale e artigianale: industrie, officine artigianali, uffici postali, magazzini e società di costruzioni, officine di riparazione e simili, officine e corpi e, in generale, qualsiasi attività volta alla produzione di beni o servizi o alla trasformazione di beni o materiali, anche includendo, nella stessa unità, spazi destinati alla commercializzazione dei beni prodotti dall’azienda;
- attività commerciali al dettaglio: negozi di vicinato, distribuzione dei media, attività commerciali su larga scala, attività commerciali all’ingrosso, mercati, esposizioni di prodotti e gestione di alimenti e bevande come ristoranti, bar, pub, ecc.
- alloggi turistici: hotel, residenze di alberghi turistici, campeggi e aree di sosta, nonché altre attività essenzialmente legate all’ospitalità, come ostelli e altre attività non alberghiere;
- gestione e servizi: banche, compagnie assicurative, uffici responsabili della gestione e organizzazione di enti e società che forniscono servizi, centri di ricerca, uffici privati e società professionali in genere, fiere;
- commercio all’ingrosso e magazzini;
- funzioni agricole e connesse ai sensi di legge: produzione agricola, allevamento e silvicoltura, attività e servizi connessi e compatibili, campi coltivati, colture di vivai, foreste, pascoli, case rurali, agricoltura e serre, edifici per allevamenti, case, agriturismi.
Cambio destinazione uso senza opere
La sola differenza che tende a essere presente riguarda la lavorazione che deve essere svolta quando si parla di mutamento destinazione d’uso.
Si si parla di opere si fa riferimento a un edificio che deve essere modificato affinché la sua finalità possa essere variata.
Pertanto è necessario richiedere gli appositi permessi per il cambio di destinazioni uso.
Quello senza opere non prevede, invece, la mutazione dell’intera struttura edile, come presente nell’l’art. 3 del D.P.R. 380/2001.
Il cambio di destinazione d’uso, quanto tempo occorre
Per quanto concerne le tempistiche del cambiamento, occorre premettere che a seconda del tipo di cambiamento della categoria è necessario attendere diverso tempo.
Questo per il semplice fatto che | diversi controlli che devono essere svolti possono essere più o meno lunghi e a incidere in questo aspetto vi è ovviamente ancheil tipo di cambio di destinazione.
Se si passa da un utilizzo residenziale a uno commerciale o viceversa potrebbe essere necessario un certo lasso di tempo, affinché le modifiche possano essere rese tali ed effettive.
Questa variazione è sempre presente nell’l’art. 3 del D.P.R. 380/2001.
E’ sempre possibile effettuare il cambio di destinazione d’uso?
Una delle domande che ci si pone con maggior frequenza consiste nel capire se questa procedura può essere sempre svolta.
Ebbene nel caso del cambio di destinazione d’uso senza opere bisogna sottolineare come, nella maggior parte dei casi, questa procedura possa essere affrontata senza alcuna complicazione.
Non infatti necessario richiedere permessi particolari specialmente qualora si debba rimanere nella medesima categoria oppure in una similare, quindi quando avviene il cambio destinazione uso senza opere.
Diverse, invece, è la situazione qualora si parli di cambio destinazione d’uso con opere.
In tale circostanza bisogna prendere in considerazione il fatto che gli interventi edili, per essere svolti, devono essere approvati dal comune e richiedano inoltre il permesso della SCIA qualora si passi da un utilizzo esidenziale a uno commerciale, secondo quanto disciplinato dal D.P.R. 06/06/2001, n. 380.
Cambio destinazione uso costi
Sul fronte dei costi occorre sapere che se non vengono effettuati dei lavori, bisogna pagare i costi d’urbanizzazione.
Questi altri non sono che la differenza di costo tra una categoria e l’altra ma solo ed esclusivamente se la modifica dovesse comportare appunto un incremento del costo iniziale.
Se si passa da una categoria che ha un costo di 1000 euro a una da 2000, i costi di urbanizzazione che devono essere sostenuti sono pari a 1000, ovvero l’esatta differenza.
Pertanto è bene tenere in considerazione questo dettaglio particolare affinché si sappia esattamente quale deve essere il prezzo che bisogna sostenere per la variazione stessa.
Pertanto questi sono i cambio di destinazione d’uso costi secondo il D.L. 12/09/2014, n. 13.
Queste sono tutte le diverse informazioni che occorre conoscere quando si parla di costo di cambio destinazione d’uso senza opere, che necessita appunto di essere adeguatamente conosciuta qualora si voglia procedere in modo corretto senza alcun errore.
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