Meno tasse sull’affitto con cedolare secca per risparmiare e rendere profittevole il fitto della tua abitazione. Quando conviene avvalersene?
La cedolare secca, per pagare meno tasse sull’affitto, può essere un ottimo strumento per risparmiare e rendere profittevole il fitto della tua abitazione. Analizziamo di cosa si tratta e quando conviene avvalersene.
Indice della guida
Definizione di cedolare secca
Come segnalato dalla Agenzia delle Entrate, la cedolare secca “è un regime facoltativo, che consiste nel pagamento di una tassa sostitutiva dell’Irpef”, alle relative addizionali, all’imposta di registro e di bollo.
Funziona come una vera e propria flat tax, con un’aliquota fissa al 21% per i contratti “a canone libero”, mentre alcuni tipi di contratto (canone concordato) godono di un’aliquota particolarmente favorevole, fissata al 10%.
Per usufruirne l’immobile deve essere destinato rigorosamente ad uso abitativo, e non può essere locato ad inquilini che “esercitano attività di impresa o di lavoro autonomo”.
La cedolare secca comprende il totale del canone annuo (100%) della locazione, mentre con la tassazione ordinaria solo il 95% è assoggettato alle imposte.
Chiaramente “sul reddito assoggettato a cedolare e sulla cedolare stessa non possono essere fatti valere oneri deducibili e detrazioni”.
Ciò nonostante beneficiarne può presentare notevoli vantaggi, infatti è stata introdotta proprio per combattere l’evasione fiscale stimolando i proprietari a dichiarare i redditi da locazione usufruendo di un regime più favorevole.
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Come esercitare l’opzione di cedolare secca
Puoi scegliere di optare per la cedolare secca prima di registrare il contratto, o in qualsiasi annualità successiva alla prima, e in seguito segnalarla al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi.
La richiesta può essere effettuata semplicemente compilando il modello RLI tramite i servizi telematici dell’Agenzia o richiedendo la registrazione negli appositi uffici.
Quando conviene optare per la cedolare secca
Normalmente, i proventi derivanti dal fitto di un immobile andrebbero a confluire nel totale complessivo del tuo reddito, e sarebbero soggetti a regolare tassazione IRPEF. L’IRPEF è un’imposta progressiva sulle persone fisiche strutturata in aliquote che vanno da un minimo del 23% ad un massimo del 43%.
Di conseguenza, nel migliore dei casi, anche gli introiti derivanti dall’attività di locazione sconterebbero un’imposta del 23%, mentre come abbiamo precedentemente evidenziato, la cedolare secca risulta nettamente più conveniente (21% o 10%).
Quanto è possibile risparmiare di tasse sull’affitto con la cedolare secca
Come intuirai, il vantaggio fiscale aumenta in modo esponenziale nel caso in cui il tuo reddito superi la prima fascia IRPEF e sfori in uno degli scaglioni successivi (cosa abbastanza comune).
Riportiamo un semplice esempio pratico, con un reddito assoggettato alla terza fascia IRPEF (33%) e una locazione che frutta 10.000 euro annui:
– Usufruendo della cedolare secca (21% di aliquota) pagheresti 2.100 € di imposte
– Con la regolare tassazione IRPEF al 33%, la somma salirebbe notevolmente fino a 3.135 € (10.000 X 95% X 33%)
In questo caso specifico il risparmio è di ben 1.135 €
Concludendo, essendo in possesso dei requisiti, scegliere la cedolare secca rappresenta un’ottima opportunità. Anche in Italia proteggere i tuoi guadagni dal fisco è possibile, perché aspettare dunque?
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2 Comments
ottima guida per le tasse sull’affitto
a presto
Grazie mille Simone per il tuo feedback sulla cedolare secca.
Continua a seguirci e speriamo di poterti aiutare di nuovo!